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TRIBAL BELLYDANCE & CO.

La Tribal Bellydance è una danza di matrice etnica, nata negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80, che unisce movimenti di danza orientale, danza indiana, flamenco, danze del Nord Africa, danze meditative, di trance e danza contemporanea. La Tribal Bellydance si esegue sempre in gruppo o Tribe ed è basata su un format strutturato di passi e combinazioni che vengono messi insieme nell’improvvisazione. E’ una danza rivolta a tutte le donne, indipendentemente da età, taglia e background culturale. In una tribe ogni danzatrice è importante, fa parte di un tutto e comunica con le altre grazie ad un segreto linguaggio del corpo.

 

La Tribal Bellydance è una contaminazione della Danza Orientale (Danza del ventre)in cui vengono fusi movimenti tipici della Danza Orientale, della Danza Indiana e del Flamenco. Si basa sull'improvvisazione di gruppo a partire da movimenti codificati uguali per tutti che creano un effetto sincronico ed efficace.

Una base di danza del ventre è consigliata ma non obbligatoria, in quanto molti movimenti del bacino e dei piedi vengono proprio da lì. Allo stesso modo possono essere utili delle basi di flamenco per tutto il lavoro delle braccia e delle mani e di danza indiana per alcune importanti posture del corpo.

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È stata creata negli Stati Uniti da Carolina Nericcio, fondatrice della compagnia Fat Chance Belly Dance e solo a loro è applicabile la definizione di ATS (American Tribal Style). Tutte le altre scuole seguono uno stile denominato ITS (Improvisational Tribal Style). Alcune delle compagnie che hanno diffuso l'ITS a livello mondiale sono Gipsy Caravan, Unmata e Black Sheep Bellydance. Personalmente ho studiato direttamente con la fondatrice delle Gipsy Caravan, Paulette Rees- Denis e con la sua diretta allieva Cinzia di Cioccio, l'nica abilitata al teachers training italiano del format GC.

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Una delle sue caratteristiche principali è la democraticità e lo spiritivo collettivo e tribale appunto, sia in termini di esposizione, sia di movimento nello spazio. Esiste una danzatrice che guida il gruppo (denominata leader) e altre danzatrici che seguono le indicazioni della leader (denominate follower). A turno la leader cede il posto alle sue compagne e tutte quante passano da follower a leder e poi ancora follower.

La leader ha la grande responsabilità di essere chiara nelle intenzioni e nelle indicazioni di guida del gruppo; le follower hanno invece la responsabilità di stare attente a quello che succede loro intorno per poter gestire anche un eventuale errore della leader.

Il corso studia le combinazioni e le formazioni principali dell'ITS di Gipsy Caravan con influenze di ATS originaria. Proseguendo si iniziano a distinguere le scuole di sviluppo della disciplina, si impara a lavorare in gruppo e a comprendere il linguaggio comunicativo dei codici, a lavorare su piccole improvvisazioni e ad accompagnare con i cimbali il lavoro. Il fine è quello di creare UN LINGUAGGIO VERO E PROPRIO con il quale poter danzare improvvisando ma sembrando un'esecuzione coreografata.

Si impara a gestire l'emozione di trovarsi a guida di un gruppo, si imparano la sorellanza e il rispetto reciproci, e più ci si conosce più si riesce a danzare bene insieme, soprattutto divertendosi!

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La danza non sta nel passo, ma tra passo e passo. Eseguire un movimento dopo l’altro è solo questo: movimenti. Come e perché si legano e cosa si vuole dire con i movimenti: questo è l’importante
(Antonio Gades)

Dopo i primi anni di danza orientale  tradizionale nella scuola in cui studiavo si iniziò ad aprire una copiosa stagione sperimentale di fusione delle movenze del medioriente con altri stili, altri generi musicali e danze contemporanee, già in Magica. Nel 2005 apre l'accademia de Les Soeurs Tribales a MIlano, pioniera delle avanguardie fusion in Italia dal mondo;  rientrata dai miei viaggi nel 2008 mi iscrivo all'Atelier delle Soeurs Tribales nel 2009 studiando con Cinzia di Cioccio, fondatrice della scuola e della compagnia e con Grazia Manetti, all'epoca parte della compagnia.

Nel 2011 mi viene proposto un ingresso in compagnia, che accetto come un sogno che diventa realtà. Nel marzo 2012 il debutto ufficiale al prestigioso World of Orient di Hannover con le mie sorelle tribali consacra una stagione lunga due anni ricca di partecipazione a Festival, spettacoli, seminari in tutta Europa, soprattutto in Inghilterra, Scozia, Germania. In Italia proseguono le esibizioni in galà, spettacoli e collaborazioni con danzatrici che studiano il format "Les Soeurs tribales" che parte dalle combinazioni di Gipsy Caravan per sviluppare uno stile tutto suo, fatto di moderno, pop, glamour e vintage retro chic. Dalle hit della radio alle musiche anni 30 la compagnia esplora le possibili contaminazioni di tutte le danze nel linguaggio tribale, apportando piccoli gesti, movenze, passi o schemi alle "combos" originali che lanciano uno stile nella danza davvero innovativo.

Negli ultimi anni la collaborazione continua con Cinzia di Cioccio; una tournée in Indonesia , tra Jakarta e Bali,  consolida l'affiatamento delle parti danzanti così come una bella amicizia al di fuori del palco scenico, nutrita con tanto yoga, alimentazione vegana  e infinito amore per gli animali.

Nel 2016 Gaia e Cinzia propongono un nuovo pezzo dalle note bizzarre di lindyhop, presentandosi come duetto ribattezzato "les Cigales", a memoria della compagnia al momento in stand by e a proposito di una rinascita costante, come le cicale, che non smettono mai di cantare di una danza in continua ricerca e sperimentazione. 

Nel 2016 Gaia continua come solista nel portare avanti la filosofia della tribal nelle proprie lezioni, dedicando seminari interamente studiati per diffonderne le tecniche e le personali interpretazioni.

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Vintage e Retro-Chic Tribal Bellydance

La Tribal Bellydance, per sua natura, ha sempre tratto ispirazione da altre culture e dal passato.
I sui movimenti includono elementi di danza orientale , danza indiana, flamenco, danze del nordafrica, danze gypsy e balcaniche, danze meditative e di trance, danza contemporanea.
I tessuti e i gioielli utilizzati per creare gli abiti di scena vengono dal Medioriente, dal Nord Africa, dall’Asia del Sud. I costumi evocano un gusto antico, grazie all’uso di sovrapposizioni di tessuti, di corpetti ricamati e decorati con monete, di gioielli e copricapi tipici dell’abbigliamento d’altri tempi. La musica utilizzata attinge al più ampio panorama etnico, tradizionale e contemporaneo.

Grazie alla combinazione di antico e moderno, di tradizionale sapientemente mescolato con il nuovo e alla sua forte espressività femminile, la Tribal bellydance rappresenta un fenomeno unico e irripetibile nel panorama della danza.
Personalmente credo che questa sia una delle caratteristiche che ne hanno determinato il successo: nella danza e nella sua estetica fa eco l’archetipo di una femminilità vecchio stile che molte donne desiderano ritrovare.

Vintage e Retro-Chic Tribal Bellydance sono stilizzazioni della classica Tribal Bellydance che mantengono invariato il discorso dell’improvvisazione e dell’esecuzione in gruppo, ma utilizzano come ispirazione estetica, musicale ed espressiva elementi del passato che ritornano ad essere amati nuovamente nel presente. Il senso del tempo è intrinsecamente connesso alle definizioni di vintage e retro-chic: indica qualcosa di unico che col tempo è diventato più prezioso, perché appartiene a periodi, decenni e mode passate rispetto a quella attuale. Questi stili di altri tempi, sono sinonimi di lavoro artigianale e di grande passione: ogni danza esprime il lavoro di ricerca in termini di musica, movimenti, costumi e accessori.
Con il Vintage e il Retro-Chic le danzatrici hanno la possibilità di essere uniche, uscire dall’omologazione di stile e movimento dei format tradizionali di Tribal bellydance e, paradossalmente, attraverso il vecchio dare vita a nuove espressioni di femminilità e personalità.

Vintage e Retro-Chic non sono, però, espressione di uno stile unico, bensì indicano due correnti espressive diverse che per comodità si uniscono nella denominazione comune Vintage e Retrò-Chic Tribal Bellydance.

Vintage Tribal Bellydance : è caratterizzato da un’atmosfera briosa e colorata, che potremmo inquadrare dagli anni’50 in poi. I costumi richiamano capi d’abbigliamento, accessori e bijoux di quel periodo e a seguire, con colori più accesi come il verde, il lilla , il rosa, il nero; tessuti sempre ricercati, i modelli ispirati all’alta moda o a icone del cinema, acconciature con onde, fasce e fiocchi, fiori colorati. Le ballerine si esprimono una femminilità ironica e sofisticata, senza mai essere volgari. Le musiche possono essere originali dell’epoca di riferimento o rielaborazioni attuali, a patto che non venga mai meno la coerenza tra musica, movimenti, costume.

Retro-Chic Tribal Bellydance: si riferisce ad un’atmosfera di altri tempi, ai primi decenni del XX secolo, nei cosiddetti anni ruggenti, quelli del jazz e del charleston. I costumi sono caratterizzati da colori tenui, tessuti merlettati, perle e con elementi decorativi preziosi nei capelli, ispirati all’art déco, gli accessori più adatti sono veli e ventagli, le ballerine esprimono un’aria romantica, come se fossero venute fuori da una foto d’epoca. Lo stile retro-chic valorizza le danzatrici con classe e femminilità ineguagliate. Anche in questo caso le musiche possono essere originali dell’epoca di riferimento o rielaborazioni, mantenendo il discorso di coerenza tra musica, movimenti, costume.

Le stilizzazioni, se fatte bene, possono risultare molto ben riuscite. E’ fondamentale ricordarsi che la danza deve rimanere l’elemento primario della performance. Avere una tecnica impeccabile su cui costruire le fondamenta aggiungendo elementi espressivi, gestualità e costume appropriato. E’ bene ricordare che una stilizzazione deve essere fatta con integrità e intelligenza, dedicando il tempo necessario all’allenamento, allo studio dei movimenti, chiedendosi sempre quale messaggio si vuole trasmettere con una determinata scelta musicale, con un costume o con una determinata scelta di movimenti. Con il Vintage e il Retro Chic, ma anche con altre forme di stilizzazione, si rischia di scadere nel volgare o nel ridicolo se si perdono di vista gli elementi fondamentali: forte base tecnica, buon gusto e professionalità. Una danzatrice deve esteticamente sembrare tale, e deve prima di tutto saper danzare. Ciò che si porta in scena deve essere bello, creativo, espressione di lavoro dedicato, profondo rispetto e passione per la danza. (Testo di Cinzia Di Cioccio)

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