Ci sono delle scorciatoie per la felicità, e la danza per me è una di queste. Dal primo istante in cui il mio corpo si è abbandonato al movimento stimolato dall'eco della musica vibrante, ipnotica e coinvolgente non ho più potuto farne a meno, nemmeno per un giorno. Potermi esprimere senza bisogno di parole, grazie a un linguaggio universale, che arriva dritto al cuore è come poter creare poesie con corpo, mente e respiro all'unisono, è poter omaggiare la vita e la natura della loro misteriosa e perfetta bellezza armoniosa,

celebrandole in ogni singolo muscolo e sinapsi del meraviglioso dono dell'esistenza. Danzare per me è risvegliare la parte più ancestrale del mio essere ed è qualcosa di così istintuale e profondo che non posso più reprimere; è realizzare, come diceva Curt Sachs, che "La danza è la madre di tutte le arti. La musica e la poesia esistono nel tempo; la pittura e l’architettura nello spazio. Ma la danza vive contemporaneamente nel tempo e nello spazio" e chi ha sperimentato la staticità del tempo in assenza della danza non può contraddirmi.